SUPEREROI CONTRO LA MUNICIPALE Sul 25 aprile ascolano e la polizia politica del Sindaco

Fare il pane è politica

Non sarà di certo sfuggito che due fornai ascolani sono diventate loro malgrado un trend virale del 25 aprile 2025. La loro colpa è stata reiterare un normalissimo e personalissimo rito civile, che rinnovano ogni anno da quando è aperta l’attività, e cioè salutare la liberazione del Paese dal nazifascismo con un simbolo, un lenzuolo, uno striscione, una bandiera. La proprietaria del forno è erede di una storica famiglia antifascista ascolana, ed è sensibile alle cause dell’attivismo locale.

Quest anno lo striscione recitava “Buono come il pane, bello come l’antifascismo” e la prima curiosità l’ha risvegliata già in prima mattinata nella volante di polizia deputata a pattugliare il centro storico della città. Scesi dall’auto gli agenti hanno avuto uno scambio con la fornaia che si è intestata la responsabilità del lenzuolo; loro un po’ goffamente hanno chiamato in centrale chiedendo se fosse necessario muoversi in qualche modo, dalla Questura gli hanno detto di proseguire nel loro giro. La versione è stata confermata anche dal Questore Di Fusco, il quale intervistato sul Fatto Quotdiano ci ha tenuto a precisare che l’iniziativa oggetto delle polemiche non fosse quella quanto piuttosto quella “da imputare esclusivamente all’autonomia della polizia locale”.

Di diverso tenore, infatti, è stata la sortita di tre agenti in borghese della Polizia Municipale, i quali hanno esercitato una vera e propria azione intimidatoria con identificazione e minacce (“se ci sono conseguenze lo vedrà”). La fornaia ha ripreso tutto in una diretta social che ha fatto alzare il pelo sullo stomaco a un po’ di ascolani dando luogo da lì a breve al primo presidio in sua solidarietà proprio fuori dalla panetteria. Nel frattempo la questione è diventata un boomerang mediatico, ed è cresciuta una bolla di condivisioni e rilanci di notizie. Nei giorni successivi è arrivata l’attenzione dei partiti: in primis le ha portato solidarietà il candidato del PD Ricci, poi una diretta TV con Elly Schlein su LA7, la presenza di Ilaria Cucchi per AVS, insomma… il fatto era cresciuto fino a diventare di rilievo nazionale, impossibile tacerne. Solo il viralissimo Sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, cresciuto in Fratelli d’Italia e sostenuto da una giunta densa di post-fascisti, era sparito. Ma non ha potuto nascondersi a lungo: a due giorni dai fattacci si è palesato in un video social e, gesticolando ampiamente, ha individuato negli agenti le “vittime” e a loro ha espresso solidarietà. Un ribaltamento della frittata che di solito gli riesce perché le questioni della città non superano i confini dell’analfabetismo funzionale dei giornalisti di provincia; stavolta però è stato rilanciato dall’ANSA e la toppa è risultata peggiore del buco.

Impossibile infatti non vedere l’inusualità di un intervento così violento della polizia locale, e un sindaco -probabilmente il mandante- sperticato a difenderli.

Supereroi contro le forze del male

Il tentativo del Sindaco di coprirli e farli passare da vittime è stato troppo goffo: è bastato guardare al dettaglio del regolamento della municipale per scoprire che nel Comando di Ascoli si muove qualcosa di torbido. Gli atteggiamenti violenti contro i ragazzini fuori dalle scuole, le rappresaglie per quei pochi bar che sforano i decibel previsti nelle grige serate invernali della provincia italiana, la solerzia con cui venivano sanzionati gli attivisti erano solo la punta di un iceberg. La comandante della Polizia Locale, Patrizia Celani – fedelissima dei Fratelli d’Italia e vicina sia al vecchio che al nuovo sindaco – ha dato una torsione autoritaria al corpo municipale prevedendo acquisti di armi e dotazioni che hanno comportato una maggiore infrastrutturazione della caserma. La pericolosità dell’armeria è aumentata, e si sono resi necessari degli adeguamenti in una dinamica proporzionalmente inversa a quanto la realtà della provincia tra le più pacifiche d’Italia richieda. Nel frattempo che l’adeguamento si concluda gli agenti sono tenuti a portarsi le armi a casa.

Ma la questione non si esaurisce qui; c’è -infatti- la concreta ipotesi di una squadra “politica” interna al corpo che sia a diretta disposizione del sindaco con compiti speciali e che possa agire in deroga alle normali procedure e assegnazioni. Non sarebbe quindi casuale il fatto che in spedizione al forno ci siano andati proprio tre solo recentemente arrivati in Ascoli, grazie alla nuova gestione “Celani” e non le vecchie guardie.

L’opposizione (sociale e politica) deve approfondire questa ipotesi che, se fosse confermata, aprirebbe scenari inquietanti sulla realtà ascolana. L’episodio del 25 aprile sarebbe in questo senso il detonatore di una distorsione localissima di un podestà-sceriffo dotato di una sorta di squadra pretoriana. E rimetterebbe in fila altri episodi, come il ruolo della Comandante nella gestione del concerto dei neo-nazisti di CasaPound venuti da Roma a sfilare in Ascoli poche settimane fa. Alla luce dell’introduzione del Decreto Sicurezza (rinominato “Paura”) la notizia parrebbe ancor più inquietante.

Ascoli è antifascista (?)

A non capire il punto della questione, i neo-fascisti. I quali coglievano l’occasione per cavalcare l’attenzione nazionale ridicolizzandosi con due striscioni uno dei quali esposto proprio nelle vicinanze di un locale gestito da uno dei loro. Nel primo rivendicavano la loro vicinanza al III° Reich di Hitler (“L’assalto ai Forni!”) nel secondo alla Polizia (“da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il Questore”) non destando, in chi li conosce, alcuno stupore. Il tifo social cresceva e il locale circolo ARCI Caciara convoca una manifestazione nazionale, con 5 giorni di anticipo e in mezzo il primo maggio.

Ascoli sarà per qualche ora antifascista, e potrebbe essere una occasione per chiamare a risponderne chi il fascismo lo fa con gli strumenti tecnico-burocratici, lo fa per davvero nelle caserme di polizia, lo fa a spese di tutte e tutti nella normalità quotidiana. A lui e a lei promettiamo battaglia.

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