[San Benedetto] Iniziative per l’anniversario della Liberazione

San Benedetto del Tronto
Venerdi 24
aprile ad Acquaviva
Picena, l’Associazione per la memoria storica Mariano
Vulpiani di Acquaviva e il Circolo dei sambenedettesi organizzano
alle h: 10 omaggio sulla lapide per Mariano
Vulpiani
, contadino-partigiano acquavivano vittima della repressione
nazifascista. [Via del Colle – Acquaviva Picena]
e alle h: 11 presso la sala consiliare, incontro
sul tema “La giornata della memoria: 27 novembre 1943, il bombardamento
di San Benedetto e la fuga dei sambenedettesi verso Acquaviva:
solidarietà e ospitalità
"
Sabato 25 aprile alle 11, sfilerà il tradizionale corteo che omaggerà i caduti di San Benedetto del Tronto.

Ascoli
Venerdì 24 aprile una giornata di studio
dell’Istituto per la Storia del
Movimento di Liberazione delle Marche di
Ascoli Piceno sul tema de ”La negazione del dissenso – Persecuzione e confino politico
degli antifascisti del Piceno (1926 – 1945)”. Nell’Auditorium della Fondazione a partire delle
ore 9.
Il programma prevede: “Le fonti archivistiche per lo studio dell’antifascismo nel
Piceno". I tre relatori, Maria Paola Del Rossi, Costantino Di
Sante e Andrea Di Stefano centreranno il discorso sulla persecuzione e del confino
politico degli antifascisti del Piceno.
A seguire Luigi Ponziani, direttore della
Biblioteca “Melchiorre Del Fico” di Teramo, proporrà il quadro del
“Fascismo di periferia dal 1919 al 1926”; seguirà il dibattito.
Alla ripresa dei lavori,interverranno Adriana Mollaroli, presidente della commissione Cultura
delle Regione Marche; Giusy Cesari dell’Università di Macerata, con un
ricordo del padre; Tito Alessandrini presidente Anpi provinciale. I tre
relatori già indicati avranno cura di presentare le schede biografiche
degli antifascisti ascolani.
Paola Magnarelli dell’Università
di Macerata disquisirà sull’antifascismo come scelta esistenziale.
Intorno alle ore 18 le conclusioni.

 clicca sull’immagine per accedere alla mostra dell’ISML "Resistenza nel Piceno"

[…]
Mariano Vulpiani, era un uomo semplice. Gran lavoratore, buon padre
di famiglia, si trovò coinvolto in vicende più grandi di lui e
decise di affrontarle restando fedele alle proprie idee. Non si
occupava di politica attivamente, ma si definiva
antifascista. Quando, nell’autunno del 1943, alcuni conoscenti
gli chiesero di mettere a disposizione una piccola casa di campagna
perché vi si potessero rifugiare i partigiani, acconsentì. Dopo
qualche mese e dopo che i partigiani avevano abbandonato la base,
scattò la rappresaglia, quasi certamente a seguito di una
soffiata.Mio nonno ed i suoi due figli maschi (mio padre e mio
zio), poco più che adolescenti, furono arrestati dai nazifascisti.
Furono picchiati a sangue, mio nonno fu torturato davanti ai suoi
figli. L’ultima volta che lo videro, prima di essere rinchiusi in
carcere, fu in una delle tante ‘ville tristi’ sparse per l’Italia:
agonizzante. Nessuno ne seppe più nulla, vani i tentativi di
recuperarne le spoglie. La sua povera madre morì di crepacuore, mia
nonna ed i suoi quattro giovanissimi figli, con l’angoscia nel
cuore, affrontarono con dignità e coraggio la situazione.

da una lettera del nipote Gabriele Vulpiani
 

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