[dal Resto del Carlino] Ascoli, 27 giugno 2018 – C’è anche un’ascolana tra le otto persone arrestate a Roma, sei dei quali poliziotti, per corruzione. Lei è Simona Amadio, cinquant’anni, funzionaria della procura capitolina. Nata a San Benedetto, cresciuta in città (dove vivono ancora i genitori), si è poi trasferita nella Capitale.
Le indagini hanno messo in luce il passaggio di denaro e altre utilità in cambio di informazioni e favori che arrivavano direttamente dai palazzi di procura e questura. Al centro di tutto l’imprenditore Carlo D’Aguano, da tempo attenzionato dalla Direzione antimafia per una serie di attività legate alle sale giochi e presunti contatti con la camorra. Le altre sette persone sono tutte accusate di aver fornito a D’Aguano una serie di servizi e informazioni sulle inchieste in cui era coinvolto.
In manette è finito anche il compagno di Simona Amadio, poliziotto all’ufficio scorte della questura. A loro si aggiungono due poliziotti del Commissariato Fidene e tre del reparto volanti. I sette, secondo l’accusa, assicuravano aiuto all’imprenditore indagato per riciclaggio di denaro sporco: la funzionaria della procura insieme al compagno forniva informazioni ottenute consultando la banca dati su registro indagati e intercettazioni.
Gli altri poliziotti offrivano aiuto a più livelli e servizi di ‘vigilanza’ nei locali dell’imprenditore. Tutti ricevevano in cambio utilità di vario genere: dal denaro all’acquisto e riparazioni di auto a prezzi scontati fino alla promessa di quote societarie.
Simona Amadio era stata candidata alle ultime comunali con la Lega, nella lista ‘Noi per Salvini’. La donna era, per sua stessa ammissione la ‘talpa’ in procura a servizio di D’Aguano. «Io, Carlo, me lo voglio tenere – diceva l’arrestata, intercettata, parlando dell’imprenditore in questione con il compagno – allora tu devi pensare, amore, che, come tutti gli impiccioni, lui c’ha amici poliziotti». «Allora la talpa in procura…. – aggiungeva la donna – lui (D’Aguano ndr) la prima cosa che mi ha chiesto è ‘mi posso fidare?’ A lui gli serve un appoggio in procura, cioè qualcuno che va ad aprire e va a vedere». Tra i poliziotti finiti a Regina Coeli c’è anche Francesco Macaluso, 38 anni, di recente premiato per aver salvato un ragazzo mentre tentava il suicidio lanciandosi dal sesto piano di un palazzo.