copiamo il testo di questo volantino, che è apparso sui muri di Teramo
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Viviamo tempi di guerra.
E’ la guerra condotta dai nostri governi, dietro lo spauracchio della lotta contro il terrorismo, per accaparrarsi gli ultimi consistenti giacimenti di petrolio, di gas e di tutte le altre risorse necessarie a nutrire l’avidità di pochi potenti.
Una guerra combattuta in vari paesi del pianeta che come sempre porta con sé fame, morte, devastazioni e violenze, copiosamente distribuiti dai nostri eserciti a milioni di uomini e donne.
Una guerra democratica, cui corrisponde all’interno una democrazia di guerra che sta facendosi sempre più feroce.
Gli Stati non hanno più caramelle da elargire a chi chiede diritti, lavoro, assistenza, né riescono a garantire condizioni minime di sopravvivenza per i propri sudditi.
Ecco allora che l’allarme sicurezza e la paura verso lo straniero diventano strumenti indispensabili per coprire le proprie manchevolezze, e la repressione l’unico campo in cui poter svolgere ancora una funzione agli occhi del “cittadino”.
Così viene lasciato campo libero alle forze dell’ordine, che possono finalmente dispensare democratiche bastonate a tutti. Che siano stranieri a rischio di espulsione oltre frontiera o “regolari” che stanno per essere espulsi dal mondo del lavoro, che siano studenti che manifestano contro i tagli all’istruzione o uomini e donne che lottano per difendere il proprio territorio, da Napoli alla Val Susa a L’Aquila. Non fa molta differenza. Ce n’è per tutti e alla luce del sole.
Così nelle città l’emergenza tende sempre più a diventare la norma. Normale la presenza di soldati nelle piazze delle grandi città, normali i rastrellamenti nei confronti degli stranieri, normale la possibilità per le autorità cittadine di vestirsi da sceriffi e riempire di divieti le nostre vite.
E’di questi giorni la decisione del prefetto di Teramo di creare in città una zona rossa permanente, negando in tutto il centro storico la possibilità di manifestazioni “dirette a richiamare l’attenzione su particolari problematiche o a rappresentare alle Istituzioni ed all’opinione pubblica dissensi e proteste”.
Tutti a casa. Le strade non devono essere un luogo d’incontro per quanti non accettano le decisioni delle autorità. La ribellione, specie in questi periodi, può essere contagiosa…
Proprio per aver manifestato alcune settimane fa, senza voler chiedere alcun permesso, per impedire un’iniziativa dei fascisti di Forza nuova, alcuni anarchici sono stati colpiti da fogli di via della durata di tre anni da questa città.
Tra questi, in particolare, un compagno che ha appena finito di scontare 2 anni di quella galera senza processo che è la sorveglianza speciale, si è visto richiedere dai cani da guardia in divisa il rinnovo della stessa misura cautelare.
La sua colpa, quella di non essersi ravveduto, di non essere passato tra le folte schiere degli indifferenti, di aver continuato a credere, a dispetto delle minacce e delle intimidazioni, che non ci si può voltare dall’altre parte di fronte all’ingiustizia commessa contro altri uomini. E mai come in questi tempi bui, le nostre strade sono luoghi di ingiustizie ed orrori.
La sua colpa, quella di aver continuato a chiamare le cose con il proprio nome indicando i padroni e i politici come i principali responsabili delle guerre, della devastazione del pianeta e della miseria in cui vive gran parte degli abitanti di questo pianeta.
La sua colpa quella di essere anarchico, di sognare, vivere e lottare per un mondo senza servi né padroni, senza polizie, tribunali né frontiere in cui non siano il denaro od un documento d’identità a decidere chi può vivere e chi deve soccombere.
Il 18 gennaio un giudice, deciderà se punirlo con la misura della sorveglianza speciale.
Ogni giorno, in ogni dove, ognuno di noi può decidere se mettere olio o sabbia nel motore di questa società di sorvegliati e sorveglianti.
… I NOSTRI SOGNI NON SI SPENGONO