[17 apr] MANIFESTAZIONE CONTRO IL NUCLEARE

L’enel, Belusconi e Sarkozy hanno firmato un accordo che prevede l’apertura in 

Italia di almeno 4 centrali nucleari entro il 2020.

Tra le aree compatibili con l’insediamento di centrali nucleari, è stata individuata la zona Sentina di San 

Benedetto. Tuttavia i siti detti”possibili” cioè individuati come idonei ad 
ospitare centrali atomiche, sono una decina…questo è un metodo di chi ha 
interesse nel costruirle che ha il fine di far restare la popolazione nel 
dubbio e nella speranza, ad aspettare senza già organizzarsi per opporsi. 
Perchè contrastarlo?
1) Una centrale nucleare è fonte di distruzione del territorio fin dall’
estrazione delle materie prime: ad esempio negli USA i lavoratori delle miniere 
di uranio erano prevalentemente indiani nelle riserve che oggi hanno tassi di 
tumore altissimi,l’estrazione dell’uranio riversa in superficie materiale 
radioattivo che espone gli esseri viventi alle malattie tipiche di tale 
inquinamento (in particolare ai tumori); ne sono prova le ferite insanabili che 
la corsa all’uranio lascia nei 18 paesi (Canada, Cina, Australia  ne sono i 
maggiori produttori) dove tale minerale viene estratto, senza considerare che 
esso è esauribile ed i costi della sua estrazione sono altissimi. 
2) Una centrale nucleare, una volta attiva, produce scorie radioattive che 
rimangono attive e potenzialmente distruttive per migliaia di anni. Non tutti 
sanno, per giunta, che nelle bollette della luce che paghiamo vi è una parte 
che viene destinata a coprire le spese di smaltimento delle vecchie scorie 
radioattive prodotte dalle centrali in funzione negli anni ‘80 in Italia. 
3) Inoltre, nonostante i mass media mirino a giustificare le catastrofi come 
piccoli incidenti che non superano gli standard di “soglie accetabili”, è ben 
noto che  continuano a verificarsi numerosi incidenti nelle centrali di tutto 
il mondo, a cui conseguono irrimediabili contaminazioni di materiale 
radioattivo. 
 
4) L’industria militare inoltre recicla parte delle scorie prodotte dalle 
centrali per la produzione di armamenti di vario genere tra cui le bombe ad 
alto potenziale o le più utilizate a “bassa intensità” sganciate anche nei 
conflitti più recenti (Kossovo, Iraq). Nella vicina Francia questo tipo di 
riciglaggio viene effettuato da anni. Il nucleare militare viene offuscato 
dietro la faccia civile del nucleare in quanto i governi non trovano un’
argomentazione che possa giustificare agli occhi dell’opinione pubblica questa 
ipocrita realtà. 

5) Questi dati di fatto, che già di per se sarebbero sufficenti per 
intraprendere una lotta contro questa energia mortale, non sono il fulcro su 
cui poggia la nostra critica; essa deve essere ampliata nella direzione di un 
forte dibattito sul modo stesso di concepire la nostra vita di questo pianeta
Abbiamo ancora bisogno di così tanta energia? per farne cosa? per continuare in 
questa folle corsa verso il “progresso”? E’ noto che più che un progresso, 
attorno a noi ci sia un regresso che ci ha scaraventati verso un mondo malato 
fatto di tecnologia e infelicità, velocità ed alienazione, denaro e 
sottomissione, indifferenza e sensazione di non poter far nulla per cambiare 
questo stato di cose imposto che ci vuole dipendenti e asserviti. Non crediamo 
di certo che sia una singola manifestazione a cambiare questa situazione, ma di 
sicuro non è piangendosi addosso che la si inverte. Scendiamo in strada anche 
per ricordare una catastrofe, quella di 20 anni fa  a Chernobyl, che ha 
spazzato via la vita e continua  a mietere vittime a suon di tumori e 
deformazioni e che non possiamo  permettere che venga dimenticata al ritmo di 
menzogne e distrazioni indotte da coloro che hanno tutto l’interesse nell’
affermare delle falsità, fra tutte:”le centrali di terza generazione sono 
sicure”, “L’energia nucleare è pulita” e “ce l’ha la vicina Francia, perchè non 
averla anche noi?”… come se in una stanza con 10 mine ci sia un buon motivo 
per innescarne delle altre, come se la probabilità che scoppino non aumenti e 
il loro effetto non fosse ancor più devastante e distruttivo.
 
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