Batterie di missili, caccia F16,
cecchini sui tetti, elicotteri assordanti e molesti, oltre al Predator,
che “discretamente” a quota oltre 3000 metri spia ogni nostro movimento
anche quando ci “infrattiamo” per cagare. Noi non lo vediamo, ma
sappiamo che è lì che ci scruta, come uno scienziato nazista osserva le
sue cavie da laboratorio. Militari, polizia, digos da tutta Italia a
sorvegliare ogni 10 metri la statale 80 dir, quella che dovrebbe essere
interdetta al traffico veicolare e pedonale all’arrivo e alla partenza
delle delegazioni. Facevano paura anche 2 giorni fa, quei mitra e
quelle batterie di missili e quei cecchini piazzati sui tetti, che noi
non vediamo, ma sappiamo che sono lì. Facevano paura anche 2 giorni fa,
quando è scattata l’ordinanza di interdizione per il G8 anche per le
greggi di animali, anche per i cani randagi sopravvissuti al terremoto,
che animalisti e vigili del fuoco andavano ad alimentare nel centro
storico. Tutti in gabbia adesso! Gli 8 grandi devono guardare le rovine
del centro storico, ma non possono essere infastiditi da cani e da
“cristiani”. I cani li rinchiudono nel lager di Bazzano (da dove non
usciranno più, perché essendo cani convenzionati frutteranno almeno 3
euro l’uno al giorno all’associazione che gestisce quel canile a
L’Aquila) e i “cristiani” che non sono riusciti a fuggire dal G8
restano rinchiusi nelle tendopoli. Agli sfollati di piazza d’armi hanno
imposto addirittura di non uscire dalle tende e hanno circondato con
altre reti la tendopoli. “Neanche un giro dentro il campo potrete fare”
gli hanno detto. Un ragazzo, un proletario residente in piazza d’armi
uscì a comprare le sigarette qualche giorno fa ed è stato aggredito e
quasi linciato da 2 agenti americane in borghese ed altri, forse dei
servizi USA o dell’FBI, che lo avevano individuato come “sovversivo”
per via dei suoi tatuaggi. Gli hanno detto che, come tutti, doveva
rifornirsi di viveri, medicinali e sigarette prima del G8, perché poi
non sarebbe più potuto uscire dal campo e avrebbero chiuso anche tutti
gli esercizi commerciali, compresi i tabaccai.
E così è stato. Può
essere fiero ora il sindaco Cialente di essere “stato costretto” a
chiudere, per ordine delle forze dell’ordine, almeno 78 attività
produttive per il G8. Non che il suo parere sarebbe valso a qualcosa,
ma almeno avrebbe salvaguardato la sua dignità e quella di un’intera
città.
Lamenti, paura e rabbia, questo è quel che sta seminando
questo G8 per l’evidente ingiustizia. Gli sfollati sempre più rinchiusi
nelle tende; i pastori e le loro greggi non possono mangiare e
circolare durante il G8; i lavoratori pendolari residenti nella zona
rossa, che in seguito al censimento della digos hanno ottenuto un pass,
devono subire controlli col cuore in gola ogni volta ai posti di
blocco, per paura che parta “per sbaglio” un colpo dai mitra o un
missile; gli abitanti della zona nord-occidentale della provincia di
L’Aquila, quella fuori dal cratere, non hanno neanche avuto la
possibilità di chiedere un pass, perché “non censiti dalla digos”.
Questi ultimi non hanno via di scampo. In caso di malore o di forti
scosse, non possono neanche fuggire: la S.S 80 è off limits. Al
distretto sanitario di Montereale, a 36 Km a nord-ovest di L’Aquila,
tra i monti della Laga e quelli del Gran sasso, c’è un cartello con su
scritto: “non si effettuano esami del sangue ed altri accertamenti,
causa G8”. L’ospedale da campo del G8 è DEL G8, per recarsi lì, in caso
di necessità, bisognerà essere scortati dai carabinieri e superare una
serie di filtri e controlli incompatibili con una situazione di pronto
soccorso.
“C’è stato uno spostamento della crisi sismica verso nord
dell’area epicentrale del movimento tellurico del 6 aprile…Nessuno può
escludere che lungo questo asse si possano verificare altre scosse di
notevole entità…la Protezione civile sa quello che deve fare”, dichiara
Emanuele Tondi, docente di rischio terremoti presso l’Università di
Camerino. Secondo i calcoli ufficiali dell’INGV, interpellata dalla
protezione civile per l’organizzazione del G8, la probabilità che
queste forti scosse si verifichino durante il G8 è del 26%.
Ora la
caserma “Vincenzo Lo Giudice”, la cui antisismicità è stata
opportunamente verificata in vista del G8, si trova ben 10-15-20 Km a
sud del nuovo epicentro che potrebbe essere teatro di altre scosse al
di sopra di 5-6 gradi Richter, ma la sola preoccupazione del duo
Berlusconi-Bertolaso è stata quella di assicurare gli 8 grandi.
Per
loro e solo per loro sono stati spesi oltre 500milioni per la
sicurezza. Per loro e solo per loro è pronto un immediato piano di
evacuazione in caso di forte sisma. Per loro e solo per loro i vigili
del fuoco saranno impegnati a controllare la “tenuta” del bunker dove
alloggeranno. Per loro e solo per loro si mobilita la protezione civile.
I
comuni fuori dal cratere, prossime probabili vittime al 26% di un altro
disastroso terremoto, attendono ancora risposta alle richieste di
prevenzione da rischi sismici, lanciate dai sindaci alla protezione
civile.
Ma se ci saranno altre scosse al di sopra dei 4 gradi
Richter, gli 8 grandi saranno immediatamente evacuati verso Roma e gli
abitanti di Arischia, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Montereale,
Borbona e frazioni limitrofe, fino al reatino, staranno freschi ad
aspettare i soccorsi! La SS. 80 è bloccata!
Nessun problema! A
piazza d’armi sono arrivate da un po’ 1.500 bare (confidano alcuni
finanzieri e forestali), saranno le casette su misura per i vecchi
sfollati o per i residenti a nord di Coppito che potranno morire sotto
altre scosse causa G8? Oppure il foglio di via per gli anti G8?
Intanto
la zona rossa del G8 è ancora più ampia e deserta di prima, non volano
neanche le mosche, l’unico rumore assordante che scuote i timpani, i
vetri delle finestre e le mura già lesionate di Arischia, Pizzoli,
Preturo, Coppito, Pettino, S. Vittorino e Cansatessa, è quello prodotto
dalle eliche degli elicotteri militari.
Stanno uccidendo un’intera
città 2 volte. Chi è sopravvissuto al terremoto è scappato per il G8.
Si allunga la lista degli esiliati. Gli 8 grandi sciacalli deprederanno
una città morta proprio grazie a loro, alle loro banche, al loro
malaffare, alle loro speculazioni.
E’ vero, al peggio non c’è mai
fine, ma chi resiste conosce anche un’altra verità, l’altro lato della
medaglia di questa filosofia della rassegnazione, che ha ben
sintetizzato una compagna che ha perso la madre e la sorella sotto le
macerie, per mano di padroni assassini:
AL MEGLIO NON C’E’ MAI FINE!
Ed è con questo ottimismo, che deriva
dalla nostra volontà, dalla nostra lotta, che diamo il nostro abbraccio
di solidarietà a tutti gli studenti e i compagni che hanno perduto la
loro libertà per la libertà di tutti. Ed è con questo saluto che diamo
il caldo benvenuto a tutti coloro che vorranno essere al nostro fianco
in un momento come questo, drammatico ma di lotta.
Vi aspettiamo a L’Aquila, venerdì 10 luglio, ore 14 alla stazione di Paganica
Per sentire insieme che “al meglio non c’è mai fine”
perché noi, uniti, siamo 6 miliardi, loro sono solo 8
Oltre la casa, il lavoro, la libertà e la vita dei nostri cari
non abbiamo più nulla da perdere
NOI CI SAREMO!