[Pfizer] Dalla crisi del Piceno, per una crisi totale

Continua la crisi occupazionale nel piceno. La Pfizer una delle aziende più importanti nel campo farmaceutico, ha confermato il licenziamento di 46 dipendenti tra operai, impiegati e quadri intermedi.

L’incontro di ieri tra i sindacati e i responsabili dello stabilimento di Campolungo non ha cambiato nulla riguardo quella che sembra essere una decisione già presa. La dirigenza avrebbe motivato i licenziamenti con la scadenza di alcuni brevetti che porterebbero ad una minore richiesta di mercato. Mentre i sindacati, avendo osservato una produzione costante nello stabilimento, non ritengono necessario il ridimensionamento dei dipendenti previsto e dopo l’assemblea del prossimo lunedì non escludono di adottare altre forme di lotta per opporsi ai licenziamenti.

Ma la Pfizer chiusa o fallita, sarebbe un dato positivo di per se. Rappresentante illustre della lobby farmaceutica che strangola le popolazioni malate dei paesi poveri o in via di sviluppo, che accaparra brevetti, che si arricchisce spropositamente con l’uso incosciente dei farmaci brevettati, che fomenta la costruzione di una società ‘asettica’ e ospedaliera, che stimola la farmacizzazione degli individui etc etc… 
L’azienda purtroppo non chiude, non fallisce, tutt’altro prospera nella sua missione nociva. Fatto è che dopo aver sfruttato territori, uomini e donne, comunità intere in Italia, si trasferisce pian, piano. Sembrerebbe indirizzo generale dell’azienda riservare agli stabilimenti italiani funzioni di secondo piano accompagnate da una significativa riduzione del personale in ognuno. Delocalizzare, dicono. Cioè continua a fare il suo sporco lavoro, però altrove, dove le conviene.

L’augurio è, più che mai, una crisi davvero globale…

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