Qualche giorno fa, i neofascisti di Ancarano, svestiti i panni "associazionisti" che sono soliti indossare, e vestita la camicetta di "Casapound per la promozione sociale" (marchio oggi tanto in voga tra l’estrema destra ), hanno proposto al Comune di Ancarano [TE] di essere loro stessi il canale di raccolta degli aiuti della zona, verso le popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto.
Il comune ha abboccato (anche se a questo punto vale la pena pensare che abbia ingoiato fin troppo perchè non l’abbia fatto conoscendo il sapore del boccone), e la campagna istituzionale di raccolta degli aiuti è stata delegata a questa sigla di "fascisti del terzo millenio".
A pochi giorni dall’uscita della notizia, alcuni cittadini di una lista civica, pongono il problema attraverso un comunicato e un volantinaggio in paese. Vengono esplicitati l’incompatibilità tra l’organo ‘rappresentante’ la comunità e una sigla di pochi individui di estrema destra, l’assurdità dell’operazione, e sollevano qualche dubbio sugli amministratori della cosa pubblica, in merito ai fatti. (guarda il comunicato di Uniti per Ancarano)
Il "Responsabile di casapound Ascoli" risponde sui giornali locali, con un piccato comunicato attraverso il proprio "Ufficio Stampa e Propoganda", dove dimostra di aver interiorizzato alla perfezione la lezione arrivata dai media e dai politici di professione sulla comunicazione politica durante la gestione delle emergenze.
Scrivono infatti nel comunicato <<evidentemente per questi signori l’odio politico viene
prima della solidarietà e la speculazione politica antifascista non si
ferma neanche davanti ai quasi 300 morti e oltre 30mila sfollati del
terremoto>>.
La stessissima tiritera assordante dell’unità nazionale fischiettata da autorità, media e istituzioni. "Non c’è tempo per pensare, ne tantomeno per le critiche". La politica non c’entra niente, questo è il tempo della solidarietà…
Sembrebbe di sentir parlare Berlusconi quando dice << […] Si smetta di riempire pagine con le inchieste e gli approfondimenti, ora si deve ricostruire, è il tempo dell’unità". >> [guarda grafico]
Con la stessa disinvoltura poi scrivono << Questa mattina sono comparsi volantini, dove si
affermava che i beni raccolti non possono essere destinati ad
un’associazione fascista, […] come se la solidarietà avesse una bandiera o un colore politico >>
Belle parole, peccato che la loro "solidarietà" la bandiera ce l’ha, e pure bella grossa piantata in mezzo al campo. I volontari (militanti politici di casapound) indossano "divise", e tutti gli scatoloni del materiale raccolto (portato da gente comune, e spesso addirittura raccolto in collaborazione con altre associazioni di tutt’altra natura), vengono marchiati con il logo del movimento casapound. Questo accade su tutta la catena degli aiuti gestiti da casapound, dai centri di raccolta nelle varie città fino al campo di Poggio Picenze.
Beneficenza si, ma con il marchio ben in vista. Sennò finisce che le mode passano.
[foto dal campo in abruzzo: campo di casapound, bandiera di casapound, conteiner di casapound…]
Comunicato di risposta di Uniti per Ancarano qui