Se ne accorge pure Ciccanti che scrive al sindaco: “E’ una farsa”
Di mezzo l’ecotassa Regionale e la facciata ecologista
“Per
ragioni personali ( smaltimento di un rifiuto ingombrante) qualche
giorno fa mi sono recato alla discarica di Relluce – scrive Ciccanti a
Celani – e mi sono intrattenuto a parlare con un operatore
dell’impianto di smaltimento dei rifiuti. Sono rimasto sorpreso ed
irritato nel sapere che la raccolta differenziata è da anni
un’autentica farsa. Ho scoperto infatti, che il rifiuto organico
raccolto con modalità differenziata da mezzi e personale assegnato a
quel servizio, in realtà a Relluce viene scaricato nella stessa buca
dove si scaricano i rifiuti del cassonetto, vanificando così raccolta
differenziata e raccolta tradizionale. Ancora non credo ai miei occhi e
alle mie orecchie. Se fosse vero quello che ho appreso non solo sarebbe una
grande presa in giro verso quegli ascolani che diligentemente dividono
con cura e convinzione i rifiuti organici (il cosiddetto umido) dal
rifiuto inorganico, ma sarebbe anche una presa in giro nei confronti
della Regione Marche, perché tale presunta finta raccolta differenziata
sembrerebbe fatta apposta per non pagare l’ecotassa regionale”.
[in foto, Ciccanti e un amico scoprono la discarica di Relluce]
seguono aggiornamenti dai quotidiani locali
[corriere adriatico – 24 feb]
Da oltre un anno gli scarti alimentari finiscono in discarica senza alcun trattamento speciale
La vicenda dello smaltimento dei rifiuti umidi nell’impianto di
trattamento di Relluce, rischia di tingersi di giallo. Dopo la denuncia
dell’onorevole Amedeo Ciccanti, secondo il quale l’umido, derivante dai
rifiuti alimentari, verrebbe smaltito insieme agli altri rifiuti, si è
mosso il movimento di difesa dei cittadini. “Già da alcuni anni –
spiega il presidente dell’associazione, Micaela Girardi – abbiamo
ricevuto segnalazioni sul non corretto smaltimento dell’umido. Abbiamo
fatto fare alcuni riscontri senza, però, avere elementi di prova. C’è
anche da dire che non è facile come associazione fare verifiche sugli
impianti di Relluce. Nei prossimi giorni ci proponiamo di incontrare
l’onorevole Ciccanti per sapere come stanno veramente le cose, ma
voglio anche aggiungere che nel frattempo abbiamo sollecitato analisi
sul compost, che dovrebbe essere prodotto dal trattamento dei rifiuti
umidi”.
Accuse,
quelle di Amedeo Ciccanti, pesanti e alle quali il Comune risponde
cucendosi la bocca. “Non abbiamo alcun commento da fare in proposito”
dicono all’Arengo, me è chiaro che la vicenda ha messo in imbarazzo gli
amministratori comunali e quelli della società partecipata dall’Arengo,
l’Ascoli servizi comunali. Che l’umido non venga più trattato
nell’impianto di Relluce che produce il compost di qualità, quello
definito verde, da almeno un anno, è una cosa certa. E questo per il
blocco dell’impianto stesso dopo le proteste degli abitanti dei Comuni
che si trovano in prossimità della discarica, per i cattivi odori che
provenivano da Relluce. Un disagio provocato proprio dal trattamento
dell’umido. Quindi, fermo l’impianto di compost, dove va a finire
l’umido?
Quello che non si sa è se in questo periodo di fermo
della struttura di Relluce, l’Arengo abbia portato l’umido derivante
dagli scarti alimentari agli impianti di trattamento di Fermo o di
Giulianova, che sono quelli più vicini al capoluogo. Oppure, se sono
finiti in discarica. Perchè altre soluzioni, almeno stando alla logica,
non se ne vedono. C’è anche da aggiungere che a Relluce esiste un altro
impianto per il trattamento del compost, quello relativo alle ramaglie,
che produce sempre un prodotto di qualità, ma nel quale non può essere
conferito l’umido derivante dai prodotti alimentari. E mentre in Comune
si tace, il parlamentare dell’Udc continua nella sua offensiva. “E’ una
cosa talmente grossa e asssurda quella del mancato trattamento
dell’umido alimentare – commenta Ciccanti – che verrebbe voglia di non
crederci”. E, comunque, l’Udc ha presentato, a firma del capogruppo
Fernando Manes, una interpellanza. “Premesso – si legge nel documento –
che va fatto ogni accertamento da parte del Comune, con proprio
personale, ovvero ricorrendo anche all’autorità giudiziaria, si chiede
di sapere dal sindaco se risponde al vero la notizia riportata dalla
stampa e in caso affermativo, quali azioni intenda promuovere nei
confronti della società Ascoli Servizi Comunali per l’eventuale raggiro
perpetrato a danno dei cittadini residenti dei comuni della Provincia
di Ascoli. Se sono rilevabili responsabilità degli organi istituzionali
del Comune di Ascoli Piceno, proprietario della società predetta, per
omessa vigilanza nei confronti del consiglio di amministrazione, tra
l’altro composto da assessori comunali che impersonano, nello stesso
tempo, la figura di controllori e controllati. Se non intenda
promuovere il coinvolgimento della Provincia, in quanto preposta al
controllo ambientale e la Regione Marche, in quanto eventualmente
danneggiata per il minor introito sull’ecotassa rifiuti, per un
migliore ed approfondito accertamento sullo stato dei fatti e per
definire precise imputazioni di responsabilità istituzionali e
personali”.
[corriere adriatico – 25 feb]
Discarica Botticelli (Udc) interroga Rossi
Botticelli
chiede a Rossi “quali azioni intenda promuovere per accertare i
presunti fatti denunciati dall’ onorevole Amedeo Ciccanti e se sono
rilevabili responsabilità. Se non intenda inoltre necessario un
intervento della Provincia, in quanto preposta al controllo ambientale
e della Regione Marche, in quanto eventualmente danneggiata per il
minor introito sull’ecotassa rifiuti, per un migliore ed approfondito
accertamento sullo stato dei fatti e per definire precise imputazioni
di responsabilità istituzionali e personali”. Tutta la vicenda nasce da
una lettera inviata dal’on. Ciccanti al sindaco di Ascoli Piero Celani.
Nella missiva il deputato dell’Udc spiegava di essersi recato in
discarica per smaltire un rifiuto ingombrante e di avere raccolto
informazioni secondo le quali i rifiuti raccolti con il sistema porta a
porta venivano mischiati agli altri vanificando così la buona volontà
dei cittadini e le norme in materia di raccolta differenziata e
smaltimento.
Rifiuti mischiati, il Comune respinge le accuse e annuncia provvedimenti a breve termine
Il progetto per la realizzazione di un nuovo impianto per la raccolta
differenziata, presentato il 28 maggio del 2007 alla Provincia e alla
Regione, è stato approvato nello scorso mese di gennaio e diventerà
operativo non appena la Società Ascoli Servizi Comunali potrà disporre
del finanziamento per dare inizio ai lavori. Si tratta di un impianto
di ultima generazione in cui si eseguirà l’essiccamento dei rifiuti
umidi, e si otterrà un compost di ottima qualità. Inoltre verranno
eliminati del tutto i cattivi odori.
“Vorremmo
fare una volta per tutte piena luce, a nome della società Ascoli
Servizi Comunali e dell’Assessorato all’Ambiente, sul compost e la
raccolta differenziata dell’umido”. Un’improvvisata conferenza stampa
indetta da Valentino Tega, quale membro del direttivo della suddetta
società, e dall’assessore Claudio Travanti a seguito del giallo sullo
smaltimento a Relluce.
“Il 14 aprile 2007 – ha proseguito Tega –
la Provincia ha chiuso l’impianto di trattamento del compost di qualità
dopo l’approvazione di una mozione presentata dai comuni di Castel di
Lama ed Appignano che lamentavano il persistente ristagno nei loro
territori di un fastidioso cattivo odore. Il giorno seguente l’Ascoli
Servizi Comunali ha comunicato alla Provincia che tale chiusura
determinava il trasferimento dei rifiuti nella discarica di Relluce per
il loro trattamento. Il 28 maggio del 2007 è stato chiesto alla Regione
un finanziamento per realizzare un impianto ex novo in quanto i
macchinari erano ormai obsoleti e non realizzavano un compost di
qualità se non aggiungendo altri prodotti. Il 30 agosto 2007 il
consigliere Cittadini ha presentato un’interrogazione che è stata
discussa in Consiglio. Alla risposta verbale ha poi fatto seguito
quella scritta. Il prodotto dell’impianto di stabilizzazione dopo
essere stato trattato veniva messo al posto del terreno. I dati
raccolti nel primo anno hanno rivelato che la raccolta differenziata
era fatta dal 30% della cittadinanza mentre per quanto riguardava
quella degli umidi la risposta è risultata piuttosto scarsa, pari al 4
per cento”. “Nell’ultimo periodo – ha aggiunto – abbiamo inviato alla
discarica di Fermo due camion di rifiuti ma il compost che è stato
prodotto non è risultato soddisfacente. Anche per questo motivo il
consiglio d’amministrazione ha preso la decisione di accelerare la
realizzazione del nuovo impianto stanziando 2 milioni di euro e
contraendo un mutuo. Inoltre, la Regione ha stanziato 600 mila euro per
la tamponatura di una tettoia in modo da evitare la propagazione di
cattivi odori.” “Per quanto ci riguarda – ha concluso l’assessore Tega
– siamo pronti avendo già preparato il bando di gara che verrà reso
pubblico non appena avremo la ufficializzazione della concessione del
finanziamento richiesto. Abbiamo vagliato anche un’importante
iniziativa. Cercheremo di svolgere fra i cittadini un’azione di
conoscenza della raccolta differenziata. Pensiamo di andare anche nelle
scuole per educare i giovani a questo impegno civico. Lo scorso anno
sono stati raccolti 1.286.000 chilogrammi di rifiuti umidi. Non è molto
ma dobbiamo pensare che tale quantitativo non sarebbe mai finito in
discarica. Si è anche parlato con la Provincia della possibilità di
creare dei gruppi di controllo di cui farebbero parte dei volontari
ecologici. Questi girerebbero per la città per controllare se il
cittadino fa la raccolta differenziata. In caso di mancato rispetto, la
prima volta verrebbe richiamato verbalmente ad attenersi a non
trasgredire la disposizione civica. Qualora venisse colto una seconda
volta scatterebbe la multa. Rivolgo ancora una volta la raccomandazione
ai cittadini di collaborare con la città nella raccolta differenziata”.
Del Moro polemizza sullla vicenda dei rifiuti “mischiati”
S’infiamma il caso Relluce
Ascoli “Non possono non creare sconcerto i fatti che sono emersi nella
vicenda della polemica tra l’On. Ciccanti, il Comune di Ascoli e la
Società Ascoli Servizi Comunali che gestisce la discarica di Relluce”.
Nella polemica s’inserisce anche Giuseppe Del Moro, neo responsabile
per l’Ambiente della Federazione picena del Pd, e coordinatore del
circolo ecologista dei democratici spinetolesi: “Ciccanti ha definito
‘un’autentica buffonata’ la raccolta differenziata del Comune di
Ascoli, riferendosi alla mancata separazione e recupero della frazione
organica umida, che verrebbe portata in discarica insieme agli altri
rifiuti indifferenziati.
L’assessore
all’ambiente Claudio Travanti ed il consigliere d’amministrazione di
Ascoli Servizi Comunali, Valentino Tega, candidamente ammettono il
fatto, affermando che non vi è imbroglio perché tutti sapevano. Sarebbe
interessante conoscere la posizione della Provincia su questa vicenda,
in quanto competente per le funzioni di controllo dell’impianto. Come
ha evidenziato l’On. Ciccanti, la chiusura dell’impianto di trattamento
del compost di qualità il 13.04.2007 c’è stata per tutti, anche per gli
altri Comuni del Piceno che conferiscono a Relluce. Questi comuni però,
a differenza di Ascoli, per procedere nella corretta separazione delle
due frazioni o per conferire e trattare gli scarti di potature, si sono
attivati, accollandosi un aggravio di costi conferendo tali rifiuti
presso l’impianto di S. Biagio di Fermo o altro impianto in provincia
di Teramo, cosa che avrebbe dovuto fare anche il Comune di Ascoli.
Ascoli Servizi Comunali invece, solo nell’ultimo periodo ha inviato a
Fermo 2 camion di rifiuti.
La magistratura tirata in ballo sulla raccolta differenziata
Ascoli Sul caso del mancato smaltimento dei rifiuti umidi in discarica,
l’onorevole Ciccanti tira in ballo forze dell’ordine e la magistratura.
“Nonostante sia stato denunciato il grande raggiro che gli assessori
Tega e Travanti si sono intestati quali responsabili della finta
raccolta differenziata, fatta con spregio delle convinzioni
ambientalistiche degli ascolani e delle famiglie che pagano una tassa
sui rifiuti maggiorata per un servizio che non ricevono – si continua
imperterriti a portare i rifiuti differenziati nella stessa buca di
Relluce, dove si scaricano i rifiuti da cassonetto” afferma Ciccanti.
“Quello
che è grave è il silenzio della Provincia di Rossi che esercita il
controllo ambientale, quello delle autorità pubbliche del Corpo
Forestale dello Stato, dei Nad dei Carabinieri, della Guardia di
Finanza e dell’Autorità giudiziaria. Torno sul punto, dopo ulteriori
approfondimenti fatti tra molte difficoltà.
Hanno un bel dire
bugie gli assessori Tega e Travanti. E’ dagli inizi 2007 che agli
ascolani gli si fa credere lucciole per lanterne. Non c’entra niente la
questione di Castel di Lama. Fanno pagare agli ascolani una tassa
rifiuti maggiorata, per un servizio che non danno e per sostenere un
costo più alto dovuti a maggiori volumi da discarica. Pagano una tassa
rifiuti regionale più bassa, per un servizio che in realtà non fanno.
L’impianto di Fermo ha rifiutato l’umido di Ascoli. Eppure l’ultimo
giornalino, mandato dal sindaco Celani a tutte le famiglie, sottolinea
l’importanza della raccolta differenziata ad Ascoli. Il presidente
della Provincia Rossi ha indetto addirittura un premio nelle scuole
medie per promuovere la raccolta differenziata. Siamo alla farsa più
scandalosa e deprimente che abbia mai visto”.
“Posto che i
rifiuti conferiti all’impianto di trattamento si aggirano intorno alle
400.000 tonnellate – aggiunge – se fosse andato direttamente in
discarica si sarebbe dovuta pagare una tassa regionale di 15,49
euro/ton, pari a circa 6.196.000 euro, devolute alla Provincia per la
tutela ambientale. Stando le cose come sopra denunciato, per effetto
del finto trattamento effettuato a Relluce, la tassa è stata ridotta a
3,1 euro/ton, pari cioè a 1.240.000 euro, con una differenza evidente a
danno della Provincia. Per consentire questo fantastico gioco fiscale
si paga al gestore privato dell’impianto di trattamento (che non
tratta) circa 19 euro/ton, per un totale di 7.600.000 euro.Quindi,
sommando le cifre che stiamo pagando si arriva a 8.840.000 euro,
rispetto a 6.196.000 euro che si pagherebbero senza tanti inutili
giri”.
“La Provincia deve solo vigilare”
Botta e risposta tra Marchetti e Ciccanti sulla raccolta differenziata
Ascoli Botta e risposta tra l’assessore provinciale all’ambiente,
Manuela Marchetti, e l’onorevole Amedeo Ciccanti sulla discarica di
Relluce. “Il parlamentare – sostiene l’assessore – è da anni
amministratore di maggioranza del Comune e come fa ad ergersi a
castigatore dei costumi di tale ente, dicendo che è a conoscenza da
tempo che l’impianto di compostaggio di Relluce non è attivo? Perché
prendersela con la Provincia che non ha alcun ruolo nelle modalità con
cui un Comune gestisce lo smaltimento? La Provincia ha svolto i suoi
compiti di vigilanza, imponendo la chiusura dell’impianto di
compostaggio, condizionando il nulla osta alla realizzazione della
quinta vasca all’esecuzione dei lavori di messa a norma dell’impianto
ed effettuando controlli ispettivi a Relluce. E’ inaccettabile gettare
ombre sulle attività di sensibilizzazione al problema del corretto
smaltimento dei rifiuti: così si prende in giro il lavoro che tante
scolaresche hanno svolto con passione per partecipare al concorso
indetto dalla Provincia e che sta riscuotendo un consenso sorprendente.
Prendere a spunto le inadempienze di un Comune per ingenerare il
sospetto che fare la differenziata sia inutile, significa cancellare
anni di fatica per spiegare che è l’unica alternativa alle discariche”.
“L’assessore
Marchetti – è il pensiero di Ciccanti – afferma che la Provincia ha
compiti di vigilanza; ebbene, perché non ha denunciato che a Relluce la
raccolta differenziata viene smaltita con quella del cassonetto? La
Marchetti dice che la mia denuncia rischia di prendere in giro il
lavoro delle scolaresche, ma chi è che prende in giro le scuole? Chi
nasconde la verità per fare dell’ecologismo finto o chi denuncia certi
comportamenti a danno del contribuente? La verità è che da qualche
anno, tra il sindaco Celani ed il presidente Rossi sembra esserci
un’intesa sulla cementificazione della Carbon in accordo con
Tecnomarche e Confindustria; sull’elettrificazione della ferrovia
secondo il volere di Confindustria locale; sulla
“reindustrializzazione” della ex Mondadori, ossia il suo
smantellamento”.