concordato preventivo per l’itac, 180 operai a casa

La Itac sull’orlo del fallimento, dopo che la proprietà è stata
costretta a portare i libri in tribunale, chiedendo il concordato
preventivo. Ed ora, dopo tutte le vicissitudini di questi mesi, i 180
lavoratori (40% donne) della fabbrica di Bore Tesino rischiano di
ritrovarsi senza lavoro.

La
Itac, lavanderia industriale del gruppo Cossiri, che nella zona
industriale di Grottammare ha anche della Meka2000 (che ha già messo da
tempo in mobilità i suoi 24 dipendenti, tra cui 22 donne) e della Lis,
aveva già denunciato un preoccupante stato di crisi per mancanza di
commesse, tanto da richiedere un anno di cassa integrazione
straordinaria per tutti i lavoratori, a rotazione.

Gli stipendi arretrati

L’azienda
era in ritardo di due mensilità, tanto da far suonare nei lavoratori e
nel sindacato un preoccupante campanello d’allarme. E proprio il
ritardo era stata la causa dello sciopero di lunedì scorso, con il
sindacato che aveva contestualmente richiesto un incontro urgente alla
proprietà per cercare di far luce sulla deteriorata situazione.

Ieri la notizie che la proprietà ha già provveduto a depositare i
libri contabili presso il tribunale di Fermo, chiedendo nel contempo la
possibilità di accedere al concordato preventivo in quanto
impossibilitata a coprire i debiti per mancanza di liquidità, dopo che
le banche hanno chiuso i rubinetti dei finanziamenti.

Concordato o fallimento

Ora
sarà il tribunale a decidere se concedere il concordato preventivo,
oppure dichiarare fallita l’azienda. Nel frattempo i lavoratori si
ritrovano però senza soldi e senza lavoro, in un contesto territoriale
di crisi economica così accentuata che pensare di trovare una nuova
occupazione, seppur a tempo determinato, è cosa assai ardua.

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