9 gen – La Foodinvest è fallita.
Verdetto
arrivato ieri mattina dal Tribunale di Ascoli dove il giudice Raffaele
Agostini ha decretato il fallimento dell’ex Surgela. Dopo quasi un anno
e mezzo da quando era stato avviato il concordato è arrivata la
decisione del giudice.
Quest’ultimo ha provveduto a nominare
curatore fallimentare Mario Volpi, che ha ricoperto lo stesso ruolo
presso la Vitawell, del Gruppo Bocci e di De Angelis Industrie.
Contemporaneamente il commissario giudiziale Paolo Petrocchi ha cessato
l’incarico di commissario.
“Per noi – afferma Gabriele
Napoletani della Rsu Cgil – si tratta di una sentenza scontata che era
nell’aria, anche perché i numeri per il concordato preventivo non ci
sono mai stati. A questo punto ci chiediamo se Ciulla abbia mai
presentato le fidejussioni. Ma soprattutto che faremo se alla fine
l’imprenditore siciliano non prenderà l’azienda che ormai si trova
senza magazzino?”.
Quindi i timori sul futuro di questa azienda
rimangono e nei prossimi giorni le maestranze chiederanno un incontro
con il curatore fallimentare Volpi.
Intanto da agosto ad oggi
i dipendenti non hanno percepito alcun assegno per la cassa
integrazione, che dal momento in cui è stata avviata ha fatto avere
nelle mani dei lavoratori solo quattro mensilità.
Quindi si
chiude la storia della Foodinvest in attesa del 15 febbraio quando avrà
inizio una nuova era per l’ex Surgela, che andrà ad acquisire il nome
di Ortofrost, con l’entrata dell’imprenditore Vincenzo Ciulla della
Vinfood, il quale ha provveduto a prendere in affitto l’azienda nei
mesi scorsi. E’ stata già predisposta la semina dei piselli, visto che
il magazzino della Foodinvest è stato venduto prima della fine
dell’anno, di conseguenza Ciulla non dispone di rimanenze ma dovrà
ripartire da zero.
8 gennaio – Il giudice non decide sul fallimento, in ansia gli operai Foodinvest
SAN BENEDETTO – Si fa attendere la sentenza del giudice Raffaele
Agostini in merito al futuro della Foodinvest. Ancora ore di attesa per
gli 83 dipendenti dell’ex Surgela che da più di un anno aspettano di
conoscere la propria sorte. Esito che ormai sembra segnato visto che
nel corso dell’ultima udienza svoltasi presso il tribunale di Ascoli il
pm, Carmine Pirozzoli, ha chiesto il fallimento dell’azienda.
Fallimento
che comunque andrebbe a cambiare solo il tipo di interlocutore per gli
operai, così per eventuali nuovi titolari dell’impresa, infatti se fino
ad oggi ci si è relazionati con i rappresentanti del Gruppo Malavolta,
una volta decretato il fallimento verrebbe nominato un commissario
fallimentare che seguirebbe tutte le trattative.
I dipendenti,
inoltre, con l’istanza di fallimento allungherebbero di un anno la loro
cassa integrazione. Nel frattempo la Agrifood Covalpa di Celano, in
provincia dell’Aquila, si è aggiudicata il magazzino della Foodinvest.
Giacenze vendute per un milione e 200 mila euro. L’alienazione è
avvenuta attraverso l’Istituto di vendite giudiziarie che ha sede a
Corridonia, nonostante gran parte degli operai si fossero dichiarati
fino alla fine contrari a tale operazione.
La prima messa in
vendita c’era stata il 16 dicembre con una base di 2 milioni e 200 mila
euro, ma era andata deserta. Prosegue intanto il progetto portato
avanti da una consistente parte dei dipendenti finalizzato a costituire
una cooperativa fatta dagli stessi operai. Un progetto che va di pari
passo con quello dell’imprenditore Vincenzo Ciulla, il quale nei mesi
scorsi ha firmato un contratto di affitto con Malavolta e prosegue la
sua preparazione per entrare nello storico stabilimento di Porto
d’Ascoli, avendo avviato la semina dei piselli, dove la ditta Semenins
fornirà le sementi, e avendo preparato gli uffici per l’attività
amministrativa.
20 nov – Gli operai chiedono il fallimento
A quattro giorni dalla sentenza nella quale il giudice sarà chiamato a
decidere per l’omologa o il fallimento dello stabilimento di Porto
d’Ascoli, l’avvocato Piergiovanni Alleva, incaricato dalle RSU dei
dipendenti, ha inviato al Tribunale una lettera nella quale sollecita
la strada del fallimento.
4 Nov – Il giudice prende tempo mentre i dipendenti
sono pronti a costituire una cooperativa. Era attesa per ieri mattina
la sentenza del giudice Raffaele Agostini del Tribunale di Ascoli
chiamato a decidere il fallimento della Foodinvest o l’omologa del
concordato, ma c’è stata fumata nera visto che tale pronunciamento è
stato rinviato al prossimo 24 novembre. Da ricordare che già uno
slittamento simile c’era stato lo scorso 24 ottobre. Quindi la
Magistratura prende tempo, forse perché vuole vederci chiaro in tutta
questa vicenda che sta tenendo sulle spine ben 83 dipendenti da circa
un anno.
Questa volta, però, le maestranze non sembrano decise a rimanere a
guardare in silenzio mentre altri scrivono il loro destino. Proprio
ieri mattina, mentre il giudice decideva o comunque ragionava
sull’opportunità di dichiarare fallimento o omologare il concordato,
davanti ai cancelli della Foodinvest i dipendenti iniziavano a valutare
un’ipotesi che li vedrebbe passare da lavoratori a imprenditori di loro
stessi.
L’ipotesi avanzata è, infatti, quella di costituire una cooperativa.
“Questa mattina (ieri per chi legge) – ha affermato Gabriele Napoletani
della Rsu – abbiamo sondato la possibilità di mettere in campo l’idea
di una cooperativa di dipendenti. Dobbiamo però trovare la copertura
economica e stilare un piano industriale assieme a un piano finanziario
per poi proporre un accordo a Malavolta. Nel frattempo abbiamo detto al
nostro avvocato Pier Giovanni Alleva, di compiere tutti i passaggi
necessari per tutelare i nostri interessi al fine di procedere in modo
trasparente. Su questa area ci sono troppi interessi in ballo e dopo
due delusioni (Alessandro Pignoletti della Green garden food e Vincenzo
Ciulla della Vin food ndr) vogliamo essere tutelati”.
Un passo importante e impegnativo che prevede da parte di coloro che
aderiranno alla cooperativa, la rinuncia degli ammortizzatori sociali
tra cassa integrazione e mobilità. Infatti l’Inps procederà ad
anticipargli la mobilità in un’unica soluzione che verrebbe reinvestita
nell’azienda. “La cooperativa – ha concluso Napoletani – è un insieme
di lavoratori che fa l’interesse del territorio, mentre qualsiasi altro
imprenditore fa i propri interessi incurante del territorio in cui
opera”.
La riunione di ieri mattina è servita un po’ per “contarsi”, per sapere
quanti dipendenti sono d’accordo e pensano di aderire. Per il momento
sarebbero circa una quarantina, pari alla metà dell’intera forza lavoro
dell’ex Surgela. Una volta acquisite le adesioni si dovrà passare a
reperire le garanzie con fideiussioni bancarie e la liquidità per poi
firmare un regolare contratto di affitto con Malavolta. Un po’ come si
è tentato di fare con gli imprenditori Pignoletti e Ciulla senza però
ottenere grandi risultati.
“Se questa cooperativa si farà – ha spiegato Piera Libbi una
lavoratrice della Foodinvest – sarà aperta a tutti coloro che già
operavano all’interno dell’azienda, non lasciamo fuori nessuno. Per noi
è impensabile proporre di assumere dodici persone come aveva ideato
Ciulla. Da parte nostra chi vorrà avrà le porte aperte”
1 nov – I lavoratori della Foodinvest verde non
mollano; non vogliono vedere chiudere la mitica ex Surgela e contro
tutte le avversità si sono dati appuntamento per lunedì mattina davanti
alla fabbrica di Porto d’Ascoli. Lunedì sarà anche il giorno in cui il
giudice dovrà decidere se procedere con il fallimento o con l’omologa
del concordato. I dipendenti hanno come obiettivo fare una cooperativa
e proporsi al Tribunale di Ascoli Piceno come soggetti della ripresa
produttiva dello stabilimento alimentare.
27 ott – L’unica certezza è che dal 2 maggio 2008 ben
83 dipendenti si trovano in cassa integrazione ed ora si rischia il
fallimento, anche se alcuni sostengono che forse sia l’unica via
d’uscita. La stessa frattura creatasi all’interno dei sindacati non va
certo a favore dei lavoratori.
20 ott – Gli operai della Foodinvest pronti a occupare la fabbrica
SAN BENEDETTO – Sia i rappresentanti del gruppo Malavolta che
l’imprenditore Vincenzo Ciulla hanno disertato l’incontro previsto per
ieri pomeriggio presso il Centro per l’impiego di Ascoli per discutere
le sorti della Foodinvest.
Un tavolo convocato dal vice presidente della Provincia Emidio Mandozzi
che ha visto la presenza solo dell’imprenditore Alessandro Pignoletti,
delle rappresentanze sindacali e delle maestranze.
L’industriale piacentino della Green garden food ha ribadito la volontà
di prendere in affitto lo stabilimento di Porto d’Ascoli e ha ricordato
di aver presentato le sue fideiussioni e i preventivi.
Lo stesso Mandozzi ha sottolineato come ci si trovi di fronte a una
situazione molto difficile dove nonostante ben tre proposte di affitto
ancora non si riesce a venire a capo e l’ex Surgela rischierebbe
seriamente il fallimento.
I dipendenti sono esausti di tutta questa storia che li sta tenendo
sulla corda da oltre un anno e vogliono risposte, di qualsiasi tipo
purché si dia un senso alla vicenda. Le maestranze hanno anche
ventilato l’ipotesi di un’occupazione dell’azienda se non si trova una
soluzione entro breve termine.
“Siamo stanchi – ha dichiarato Gabriele Napoletani delle Rsu – non
vogliamo più chiacchiere ma peruna volta fatti concreti. A questo punto
forse è meglio il fallimento, da parte nostra c’è la massima
compattezza e siamo disposti anche ad occupare la fabbrica pur di far
valere i nostri diritti e per ottenere dei risultati”.
Entro la settimana è attesa anche la sentenza da parte del giudice che,
sentiti i quattro commissari, dovrà decidere sul concordato, se
dichiarare fallimento o procedere con l’omologa.
Quest’ultimo caso si avrà solo se la ditta nel frattempo verrà
affittata e sarà disponibile la liquidità per sanare i debiti. Quindi
si attendono sviluppi sulla vicenda nei prossimi giorni, mentre
l’amministratore delegato di Malavolta, Pietro Ortenzi, torna a
ribadire che non ci sarà alcuna vendita del magazzino della Foodinvest
come era stato ventilato nei giorni scorsi.