Altri macchinari trasferiti in Cina “Ci opporremo in tutti i modi”


Lo annuncia Andrea Quaglietti, Rsu di fabbrica e membro del Sindacato dei Lavoratori, per rispondere alla volontà del Gruppo Manuli Rubber di trasferire altre 2 macchine per la produzione di tubi nella sua fabbrica cinese

Ascoli Piceno, 16 dicembre 2008 – "Faremo le barricate e ci opporremo in tutti i modi affinchè i provvedimenti annunciati dalla Manuli non verranno attuati". E’ l’annuncio fatto da Andrea Quaglietti, Rsu di fabbrica e membro del Sindacato dei Lavoratori, in relazione a quanto detto dal Gruppo Manuli Rubber sulla volontà di trasferire altri due macchinari per la produzione di tubi nella sua fabbrica cinese con conseguente licenziamento di altri dipendenti.

"La direzione — dice il sindacalista — ha annunciato di voler allungare per altre due settimane la cassa integrazione per almeno 200 addetti, nel periodo tra fine gennaio e inizio febbraio 2009, dopo quella attuale di 6 settimane, fino al 7 gennaio. La notizia negativa di oggi dimostra come le nostre più nere previsioni circa i progetti poco favorevoli dell’azienda per l’ascolano non erano azzardate, e che la mancata risposta denunciava una volontà di nascondere programmi seri per la fabbrica picena.

La decisione comunicataci nella riunione dalla direzione aziendale, e accompagnata anche da una lettera firmata dallo stesso presidente del Gruppo Dardanio Manuli, è gravissima, e inaccettabile per i sindacati e per tutti i lavoratori dello stabilimento, i quali hanno sempre fornito non solo la loro competenza e professionalità all’azienda, ma anche la disponibilità al confronto in caso di difficoltà". Il sindacato annuncia che i lavoratori si opporranno in tutte le maniere, e hanno già convocato un’assemblea per discutere la questione.

"La direzione Manuli ci ha spiegato che la scelta di trasferire altri macchinati in Cina è motivata dal fatto che ‘il mercato asiatico sta tirando’, mentre quello europeo no — aggiunge Quaglietti — . Affermazione contestata dai sindacati, che vedono solo la volontà di spostare nel sito cinese gran parte della produzione ascolana, mantenendo gli stessi mercati e gli stessi clienti di ora, e in tutto il mondo, compresa l’Europa".

La richiesta di nuova cassa integrazione per altre due settimane, tra la fine gennaio e l’inizio di febbraio, riguarderà sicuramente 200 addetti, ma è stata avanzata per 415 dipendenti, quasi due terzi dell’intera forza lavoro della fabbrica di Campolungo.


ascolto consigliato: "la GAP" / Arbe Garbe (di Giovanna Marini)

G.A.P. quand’è che arriva
non manda lettere né bigliettin
e non bussa giù alla porta
sei già persona morta
che il popolo ti ha condannà.

L’ingegner della Caproni
l’8 di Marzo arriva in tassì
tornava con due della Muti
sue guardie personali
e noi lo si va a giustiziar.

Quel traditor d’accordo con i tedeschi stava
a smantellar la fabbrica, le macchine spediva
tutte in Germania dai Krupp.

E per salvar le macchine
han fatto sciopero general
il capo reparto Trezzini
e altri sette operai
li han messi a San Vittore.

È stato l’ingegnere
a fare la spia ma la pagherà
ci tiene tutti sott’occhio
il povero Trezzini
e gli altri li han fucilà.

Adesso tocca a lui, la GAP lo aspetta sotto
sotto ad un semaforo che segna proprio rosso
e addosso si mette a sparar. 

Pesce Giovanni spara però prima gli grida:
"È in nome del mio popolo ingegnere che ti ammazzo
con le tue guardie d’onor!” 
 

In fabbrica fanno retate
torturano gente non parla nessun
e trenta operai deportati
li chiudono nei vagoni
piombati diretti a Dachau.  

"E il 23 di aprile i tedeschi vanno a minare la fabbrica, vogliono farla

saltare prima di ritirarsi piuttosto che lasciarla in mano ai liberatori…"
Ma gli operai sparano, difendono la fabbrica
e salvano le macchine che sono il loro pane
e molti si fanno ammazzar.

Adesso siamo liberi,
nella fabbrica torna il padron,
arriva un altro ingegnere
stavolta però è partigiano:
Brigata Battisti, Partito d’Azion. 

Ma ecco al primo sciopero c’è un gran licenziamento
è stato l’ingegnere a cacciare via quei rossi
che la fabbrica avevan salvà. 

‘Sta guerra di liberazione
domando di cosa ci ha liberà:
ingegnere padroni e capi
son tutti democratici
ma noi ci han licenziato
addosso ci hanno sparato
in galera ci hanno sbattuto
ma allora per noi operai
la liberazione l’è ancora da far…

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