est europa VS piceno : guerra tra i poveri e vittoria ai padroni

I giornali locali, da qualche giorno, impazzano con l’emergenza "rumeni".
Sgomberi di accampamenti abusivi, numerosi controlli e relativi arresti tra i senza documenti, entrano ora sotto la luce dei riflettori di una feroce campagna mediatica a livello locale.
Il tutto mescolato insieme ai recenti fatti di cronaca, come piccoli furti o addirittura la rissa, con tentato furto dell’auto, di un rumeno ai danni di un operaio.

Niente di nuovo, o almeno lo stesso copione di sempre: i poveri si fanno la guerra, i giornali sbraitano e montano la rabbia, i fascisti s’inorgogliscono, le forze dell’ordine reprimono, la legge condanna…
Sarebbe sufficiente fermarci qui, perchè la trama dell’invenzione delle emergenze assolva sufficientemente al suo compito, cioè il mantenimento dello stato delle cose.

Invece oggi, 28 febbraio, arriva anche il finale parossistico: gli stessi giornali ci informano che l’Est Europa non è poi male, anzi che addirittura piace ai padroni locali.
L’hanno chiamata "Nuovi
modelli di sviluppo distrettuale nell’area balcanica" la ‘missione’ guidata Camera di
Commercio di Ascoli.
Dicono che "l’obiettivo
è quello di indagare e sviluppare le opportunità di collaborazione
economica tra imprese italiane dell’area marchigiana-abruzzese e
imprese dell’area balcanica (in particolare Romania e Serbia),
promuovendo programmi di scambio tra i distretti industriali nei
settori: calzature, tessile-abbigliamento, legno-mobile". In una parola delocalizzazione.
Le aziende locali avviano una proficua ‘collaborazione’ con la Romania e la Serbia, per trasferire lì la produzione e abbandonare il territorio…

Così il meccanismo si completa: i poveri si fanno la guerra, i giornali soffiano sul fuoco, i fascisti e le guardie fanno il loro mestiere, i giudici anche, e… i padroni ridono attorno al banchetto!

Insomma: chi ci ruba il lavoro, sono i rumeni? O forse i padroni a cui piacciono i paesi dove la manodopera vale molto meno e i sindacati non rompono i coglioni?
Chi ci fa danno, sono i poveri dell’Est arrivati fin qua chissà come, spinti dal modello economico mondiale che ha arricchito questo spicchio di mondo affossando il resto, o chi ci ruba la vita in una fabbrica, mentre il suo denaro non è costato una goccia di sudore, se non del nostro?

Quante altre cose dovranno passare sotto i nostri occhi prima che noi facciamo lo sforzo di aprirli?

non finisce qui

La Riviera puntada tempo ad ampliare il proprio mercato commerciale e turistico
Incontro con l’ambasciatore moldavo





San Benedetto Si parlerà di commercio con l’Est europeo nella
conferenza che si svolgerà questa mattina in Comune, a partire dalle
12.30, alla presenza dell’ambasciatore della Repubblica Moldova a Roma
Gheorghe Rusnac.
Quest’ultimo
si trova in visita nel Piceno e Fermano per due giorni. L’incontro è
finalizzato alla presentazione del convegno “Internazionalizzazione in
tempi di crisi: il caso dell’Est europeo”.
Saranno presenti
l’assessore alle Politiche dello sviluppo economico Mozzoni, il
presidente provinciale dell’Ordine dei commercialisti Massimiliano
Castagna, il presidente interprovinciale Ascoli-Fermo di
Confartigianato Imprese Bruno Luzi, Nevio Consorti dell’Associazione
Italia-Ucraina degli Imprenditori (AIU), Giuliano Bartolomei della
Fideas srl.
L’incontro è finalizzato alla discussione dei
rapporti commerciali che negli ultimi anni si sono sviluppati tra il
nostro territorio e i paesi dell’Est, creando un vero e proprio
collegamento consolidatosi nel tempo. L’Est europeo infatti solo da
qualche decennio si è affacciato sul libero mercato e sta acquisendo
esperienza attingendo anche da realtà come quella Picena. Un
appuntamento importante per la Riviera che punta da tempo ad ampliare
il proprio mercato commerciale e turistico.

Spingere le imprese a produrre nei Paesi dell’Est


Obiettivo che le associazioni di categoria intendono
perseguire favorendo l’internazionalizzazione

San Benedetto. Negli ultimi anni si è
assistito al fenomeno di imprese che hanno spostato la propria
manodopera nell’Europa orientale, fenomeno che poi si è rivelato un
boomerang per le nostre aziende. Oggi il messaggio è quello di
trasferirsi per produrre e commercializzare le proprie merci in paesi
stranieri.
Alle
imprese più piccole, che non hanno grandi opportunità per trasferirsi,
la Confartigianato e la Camera di commercio offrono il proprio
sostegno. Di tale aspetto si discuterà nel corso del convegno che si
terrà domani pomeriggio presso la sede del Consorzio turistico a
partire dalle 16.30 alla presenza dei tre rappresentanti dei Paesi
dell’Est che hanno maggiori rapporti commerciali con il Piceno. Quindi
ci sarà l’ambasciatore della Repubblica Moldava Gheorghe Rusnac, il
console onorario della Repubblica Slovacca Carlo Matarazzo e Nevio
Consorti presidente dell’associazione Italia – Ucraina degli
imprenditori. Presenzieranno oltre alle varie autorità comunali e
provinciali, anche Giuliano Bartolomei della Fideas srl, Bruno Luzi
presidente della Confartigianato, Massimiliano Castagna dell’ordine dei
commercialisti e Desirée Basili vice segretario della Confartigianato.
In
una situazione di crisi come quella che si sta vivendo è importante
potersi aprire ad altri mercati. Proprio ieri è stato aperto il
registro delle imprese a Fermo che conta 2.600 aziende, mentre Ascoli
rimane a quota 2.900.
Di fronte a tale scenario si deve
percorrere la strada dell’internazionalizzazione e non della
delocalizzazione al fine di costituire un ponte di collegamento fra le
sedi italiane e le loro unità produttive dislocate nei Paesi dell’Est.
La Moldova, l’Ucraina e la Repubblica slovacca si stanno sviluppando
con un Pil in costante crescita, quindi aggredire una quota di mercato
come questa rappresenta una grande opportunità per l’economia locale.

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