Alberto Grande, 22 anni, è stato ritrovato morto ieri mattina nella sua cella del carcere di Montacuto ad Ancona.
Si tratta della terza vittima dentro l’istituto di pena anconetano dall’inizio dell’anno: tre detenuti giovani e non affetti da particolari patologie, le cui morti appaiono quantomeno “sospette”.
Il primo caso risale allo scorso mese di maggio (non conosciamo la data precisa), quando un 27enne marocchino fu ritrovato senza vita steso sul pavimento della cella. La notizia non trapela fino ad agosto quando, in occasione dell’iniziativa “Una cella in piazza”, la responsabile del Prap regionale, Manuela Ceresani, dichiara alla stampa: “Due soli i suicidi registrati da inizio anno (nelle carceri delle Marche – n.d.r.), uno ad Ancona (Montacuto) e il secondo a Fermo”. (Il Messaggero – Cronaca di Ancona, 21 agosto 2010). Ma il Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria, che ha ricevuto dal Prap delle Marche la comunicazione del decesso (suicidio?), classifica l’episodio come “morte per cause naturali”.
Il pomeriggio del 25 settembre Ajoub Ghaz, detenuto tunisino di 26 anni, viene ritrovato morto nella sua cella. Dai primi rilievi sembra che abbia ingerito un mix letale di farmaci. La procura di Ancona dispone l’autopsia. “Non si esclude la tesi di un suicidio” (Resto del Carlino – Cronaca di Ancona, 26 settembre 2010)
Il 27 settembre Eugenio Sarno, Segretario generale del sindacato Uil-Pa Penitenziari, dichiara all’Adnkronos: “Il suicidio del 26enne detenuto tunisino nel carcere di Ancona, che si è verificato sabato scorso, fa salire l’asticella delle autosoppressioni dietro le sbarre, nel 2010, a 50 morti”.
Il 13 ottobre il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria diffonde le statistiche aggiornate riguardanti i suicidi in carcere: ad Ancona non risulta avvenuto nessun suicidio, mentre risulta quello avvenuto a Fermo (Ap), come dichiarato dalla responsabile del Prap Marche in agosto. Si tratta di Vincenzo Balsamo, che si è impiccato il 23 febbraio.
Ieri, per la terza volta dall’inizio dell’anno, nel carcere di Montacuto un giovane detenuto muore per cause apparentemente misteriose. Il Resto del Carlino – Cronaca di Ancona, oggi scrive: “Ennesimo giallo nel carcere di Montacuto. La vittima è un ragazzo di origini napoletane, Alberto Grande, e il rinvenimento del suo cadavere è avvenuto nella tarda mattinata di ieri”. “Quando un compagno di cella ha dato l’allarme sul posto sono accorsi medico e infermiere del carcere che hanno tentato di rianimare il giovane, purtroppo invano. Grande non si è mai ripreso e una volta constatato il decesso la salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale dell’ospedale di Torrette. Tutte in piedi le ipotesi che hanno provocato l’arresto cardiocircolatorio del ventiduenne. Gli inquirenti e le autorità carcerarie non escludono che si sia potuto trattare di un gesto volontario, magari a seguito dell’assunzione di farmaci. La cosa certa al momento è che sul corpo del giovane non sono stati trovati segni di morte violenta, ma è chiaro che soltanto l’autopsia, disposta dalla procura, chiarirà ogni dubbio”.
Alberto Grande si è suicidato, assumendo intenzionalmente un mix letale di farmaci, o delle droghe?
Oppure l’arresto cardiocircolatorio che lo ha ucciso è da attribuire a “cause naturali”?
Per noi rimane il fatto che un ragazzo di 22 anni, entrato sano in carcere lo scorso luglio, in carcere ci è morto.
fonte: Ristretti Orizzonti