8 maggio 2009 –
Sbirri assassini
Sant’Angelo di
Castignano, 2 carabinieri allestiscono un posto di blocco sulla statale. Hanno ricevuto consegna dopo alcuni furti in ville e abitazioni realizzati nella zona. Alle prime luci dell’alba, intorno alle 4 del mattino sopraggiugne una Volkswagen Bora nera. Secondo le ricostruzioni dell’Arma, non si sarebbe fermata all’alt, forzando quindi il posto di blocco.
I giornali scrivono di una presunto investimento ai danni del brigadiere capo pattuglia, che invece rimane illeso secondo le dichiarazioni dell’agente stesso.
I carabinieri dichiarano piuttosto di aver sparato (per primi e non "di risposta al fuoco") cinque
colpi di pistola verso l’auto in corsa.
Riferiscono che un solo proiettile ha centrato
la vettura (dei supposti cinque), raggiungendo proprio l’uomo alla guida, un giovane
albanese di 22 anni, Olsi Ferracaku. Viveva a Porto d’Ascoli con la compagna. Aveva regolare permesso di soggiorno ed era un operaio con dei precedenti.
Gli altri tre presenti nell’auto, tra i colpi dei carabinieri fuggono nelle campagne di Castignano.
Li inseguono carabinieri e polizia con l’ausilio di elicotteri.
10 maggio –
Via di corsa
Viene ritrovata la Punto rubata in zona Appignano e probabilmente usata per la fuga dai tre in fuga. Nel frattempo, nella divisione di anatomia
patologica del ‘Mazzoni’, è stata effettuata l’autopsia sul corpo di
Ferracaku. Il medico legale ha chiesto sessanta giorni di
tempo per depositare la sua perizia. Mentre l’avvocato Tommaso Pietropaolo
che assiste uno dei due rambo, ha riferito che "i militari
implicati in questa vicenda sono profondamente addolorati perché è
morto un giovane in circostanze tragiche"
15 maggio –
Obiettivi sensibili
Le abitazioni dei due carabinieri indagati per la tragica
sparatoria in cui è rimasto ucciso il ventiduenne albanese Olsi
Ferracaku sono entrate a far parte degli obiettivi sensibili della
nostra città. Le violente reazioni verbali che i parenti della vittima
hanno avuto nei confronti dell’Arma subito dopo la morte del loro
congiunto hanno spinto le forze di polizia a rivolgere una maggiore
attenzione per la salvaguardia dell’incolumità dei due carabinieri. Un
sistematico e doveroso controllo della zona, ventiquattro ore su
ventiquattro, dove i due abitano.
I proiettili dello Stato uccidono sempre di rimbalzo
L’ogiva che la dottoressa Canestrari,
medico legale dell’Asur 13, ha estratto dalla testa della vittima è
stata presa in consegna dagli agenti della Squadra Mobile della
Questura di Ascoli che hanno provveduto ad inviarla, insieme alle armi
sequestrate, una pistola ed una mitraglietta d’ordinanza, al gabinetto
della polizia scientifica della questura di Ancona. Qui verrà
effettuato l’esame che dovrà chiarire da quale delle due armi è stato
esploso il colpo mortale. Ma l’esame più importante dovrà stabilire se
proiettile ha raggiunto direttamente Olsi Ferracaku all’altezza della
nuca oppure se il colpo è arrivato a bersaglio di rimbalzo. Secondo gli
esperti di balistica l’energia del proiettile partito dalla pistola o
dalla mitraglietta è talmente potente che avrebbe dovuto provocare
l’entrata dell’ogiva all’altezza della nuca e la successiva fuoriuscita
dalla fronte.
Quindi non si esclude l’eventualità che il proiettile abbia prima
toccato il terreno per poi colpire il conducente della Bora. Ferracaku
non sarebbe morto all’istante visto che l’auto che guidava ha deviato
in due direzioni opposte prima di fermarsi. Pare anche che chi sedeva
accanto alla vittima abbia tirato il freno a mano dopo essersi reso
conto che per il suo amico non c’era più nulla da fare. Una volta che
la Bora si è arrestata i tre componenti della banda che si trovavano
nell’abitacolo sono fuggiti nei campi.
Al termine dell’autopsia svoltasi lunedì pomeriggio
nell’obitorio del Mazzoni il magistrato Monti ha disposto il
dissequestro della salma che è stata messa a disposizione della
famiglia. Ferracaku verà sepolto nel cimitero della sua città natale.
29 maggio –
Il pm sente già puzza di proiettile deviato
Ascoli – Nei prossimi giorni il Pm Umberto Monti deciderà come proseguire
le indagini relative alla morte di Olsi Ferracaku. Il magistrato aveva
chiesto alla Scientifica di Ancona di stabilire da quale arma fosse
partito il colpo che ha ucciso il giovane albanese ossia la
mitraglietta oppure la pistola. E’ stata eseguita al microscopio
elettronico una serie di comparizioni fra i bossoli trovati in terra,
cinque, e la pallottola estratta dal cranio della vittima Ora si tratta
di capire la cosa più importante: l’ogiva, espulsa dal proiettile ha
raggiunto il Ferracaku dopo una traiettoria diretta oppure ha subito
una deviazione prima di giungere a bersaglio, per esempio ha toccato il
terreno per poi subire una deviazione? Le eventualità sono due. Monti
potrebbe decidere di nominare un consulente di parte il quale nel giro
di qualche settimana gli consegnerebbe i risultati della perizia. La
scelta con ogni probabilità cadrebbe sul gabinetto di Polizia
Scientifica di Ancona, lo stesso che ha effettuato la precedente
perizia. Un esame delicato soprattutto per l’importanza del
coinvolgimento del capopattuglia. Oppure potrebbe ricorrere
all’incidente probatorio che porterebbe all’acquisizione anticipata
delle prove che emergerebbero nel corso del contradditorio fra le
parti. Il magistrato procederà anche ad archiviare la posizione
dell’altro componente della pattuglia, l’appuntato che imbracciava la
mitraglietta, in quanto esce completamente dall’inchiesta giudiziaria.
Intanto sono in pieno svolgimento da parte dei carabinieri le indagini
per arrivare a scoprire i nomi dei tre albanesi (n.b. di che nazionalità siano è già deciso, anche se la denuncia è contro ignoti) che si trovavano in
compagnia di Olsi Ferracaku nella notte della sparatoria e che sono
riusciti a far perdere le loro tracce fuggendo a piedi nelle campagne
di Appignano del Tronto. Si sta lavorando per capire chi possa aver
avvertito la famiglia della giovane vittima, che risiede a Porto
d’Ascoli, che il loro congiunto era rimasto coinvolto nella sparatoria
avvenuta a Sant’Angelo di Castignano. L’auto che avevano rubato ad
Appignano del Tronto è stata ritrovata qualche giorno dopo nel
parcheggio del Palacongressi a S. Benedetto.
2 giugno –
Sparatoria, chiesto l’incidente probatorio
Ascoli L’avvocato Carlo Grilli, legale di fiducia del capopattuglia dei
carabinieri coinvolto nella sparatoria di Sant’Angelo di Castignano
alle prime luci dell’alba del 9 maggio scorso, nella quale ha perso la
vita Olsi Ferracaku, ha fatto richiesta al Gip Alessandra Panichi
affinchè sia dia luogo all’incidente probatorio. Da tale esame si
verrebbe a conoscenza se l’ogiva, prima di raggiungere alla nuca il
ventiduenne albanese, abbia subito una deviazione sul terreno o sulla
carrozzeria. In pratica si tratta di autorizzare la perizia balistica
che, una volta effettuata, costituirebbe prova in sede di dibattimento.
Da
parte del Pm Umberto Monti non dovrebbe esserci opposizione anche
perchè si snellirebbe la procedura processuale. Una volta che il perito
balistico, incaricato dallo stesso Gip, avrà concluso la relazione
tecnica, verrà ascoltato dal Pubblico Ministero e dai difensori di
parte. Quest’ultimi a loro volta incaricheranno uno o più periti di
parte affinchè seguano il lavoro del collega incaricato in modo che
eventuali osservazioni e critiche possano essere discusse nel corso del
dibattimento. Se venisse seguita tale procedura si verificherebbe che
nè il Pm nè gli avvocati difensori partirebbero con un vantaggio in
quanto la prova scaturirebbe da una relazione tecnica comune agli
interessi delle due parti.
L’esito che scaturirà dall’esame
balistico è di vitale importanza in quanto rivelerà se il colpo esploso
dal capopattuglia ha avuto una traiettoria diretta oppure se ha
raggiunto il bersaglio accidentalmente, ossia dopo aver subito una
deviazione.
Nella prossima settimana il Pm Monti dovrebbe
rendere nota l’archiviazione dell’indagine a carico dell’altro
componente della pattuglia che nella sparatoria imbracciava la
mitraglietta.